giovedì 5 gennaio 2012

Intervista esclusiva a Mariapia Veladiano autrice di "La vita accanto" nostro libro dell'anno

Il tuo romanzo è una storia di dolore, il dolore di non essere amati, ma è anche il racconto di come tutti noi al di là delle apparenze abbiamo delle doti delle risorse per le quali farci apprezzare; quanto tutto questo è oggi lontano dalla cultura prevalente soprattutto tra i giovani?


C’è una paura grande oggi, e certo non riguarda solo i giovani. E’ la paura di essere o di diventare marginali, di non contare nulla. E’ una paura molto più presente rispetto al passato, perché oggi viene accettata l’idea che per contare qualcosa sia necessario essere famosi, importanti, ricchi. Essere visti, apparire, luccicare in qualche modo. La nostra meravigliosa vita quotidiana, fatta di rapporti coltivati, di parole date e ricevute, di un vedersi importanti perché ci si conosce, si sa che l’altro è una persona come me, piena di diritti, tutto questo sembra non aver valore. Per cui è facilissimo sentirsi marginali, o temere di diventarlo. Questo vale anche per i ragazzi. A scuola i ragazzi restituiscono a noi insegnanti un mondo di insicurezza rispetto al proprio aspetto fisico, al proprio valore. Sono bellissimi, sono curatissimi, ma questo non li rassicura per niente. In realtà c’è un desiderio fortissimo di essere riconosciuti, come per tutti noi. E quando questo accade, quando un insegnante, un adulto riconosce che il ragazzo che gli sta davanti è unico, assolutamente importante, vero, pieno di energie e di desideri legittimi, allora la vita è possibile, un’avventura nuova nasce. La storia di Rebecca, la protagonista del libro, racconta questa vita possibile.

Quanto ritieni importante il ruolo degli educatori nel far emergere queste doti ?

Qualsiasi adulto ha un ruolo importante. Credo davvero che siamo tutti responsabili gli uni verso gli altri.

Il premio Calvino, intitolato a uno dei maestri della letteratura italiana, ti ha fatta conoscere e ti ha portata ad essere pubblicata da uno degli editori principali del nostro panorama editoriale; sei stata poi finalista al premio Strega; quanto ritieni siano utili i premi letterari oggi per far conoscere i libri e i loro autori?

Il Premio Calvino è un premio molto serio, libero da dinamiche di potere, completamente sostenuto da lettori volontari del Circolo dei lettori di Torino. I membri della giuria ruotano ogni anno. La serietà è dimostrata anche dal grande numero di autori che negli ultimi anni sono usciti dal Calvino: Paola Mastrocola, Susanna Tamaro, Paolo di Paolo, per dirne alcuni. Io sono arrivata alla premiazione a Torino e non conoscevo nessuno, assolutamente nessuno. Dello Strega non so dire: tutto avviene molto lontano dagli autori. In generale mi piace pensare che i libri siano scelti ancora dai lettori, attraverso il passaparola. Ma so che quasi mai è così. La televisione ha un ruolo assolutamente determinante oggi nell’orientare all’acquisto di un libro. Non per la pubblicità diretta, ma perché un autore che sia anche un personaggio televisivo ha molte più possibilità di vendere il proprio libro. Basta guardare le classifiche. Questo fa sì che per il lettore non esperto sia a volte un po' difficile incrociare il libro che desidera. Troverà sulla sua strada, in evidenza in libreria, nei supermercati, nelle stazioni o negli autogrill, quasi esclusivamente i libri in classifica. Un lettore curioso dovrebbe cercare un libraio di fiducia. Libraio – molto spesso si tratta di una libraia – che legga e conosca il cliente e sappia quindi cosa consigliare.


So che hai voluto girare per promuovere e far conoscere il tuo romanzo; quanti incontri hai fatto sino ad oggi? Non pensi che oggi in Italia manchi da parte di molti tuoi colleghi scrittori l'attenzione al territorio della provincia?

Grazie per la domanda. Un esordio tardivo come il mio dà dei privilegi, delle libertà meravigliose. Non si appartiene a nessun meccanismo e se si sta attenti si può continuare ad essere liberi. Il libro ha fatto nascere in molti lettori il desiderio spontaneo di parlare e condividere quanto della storia raccontata fosse anche la loro storia. E' stato uno scambio, prima per lettera, poi diretto, nelle librerie e nelle biblioteche o nei circoli di lettura. In questi mesi ho scoperto un mondo di librerie, soprattutto librerie indipendenti, che resistono e resistono e resistono. Ovvero promuovono cultura, lettura, nei quartieri, nei paesi. Poi ho incontrato le biblioteche, anche quelle spesso piccole, di paese. Non so dire degli altri scrittori: forse dipende dal tipo di libro. La vita accanto è un libro “adottato” dal passaparola, dalle scuole, dai circoli di lettura, dai librai e dalle biblioteche. Per me questo mondo scoperto e amato è stato un regalo, del tutto inaspettato e di cui sono grata.

La promozione di un libro coinvolge molti attori sia pubblici che privati: quali tra quelli che hai avuto modo di avvicinare ti sembrano più incisivi e determinanti?

Libraie e librai. Bibliotecarie e bibliotecari. Fanno un lavoro capillare, con pochissimi mezzi, sempre meno questi mezzi, e promuovono una cultura non omologata, rischiano incontri con autori impegnati, consigliano i classici. Una presenza carsica, profonda, bellissima.

Scrivere è stato definito da alcuni un'arte, da altri un mestiere; tu in quale ti ritrovi?

E' un'arte. Ci si mette in ascolto del mondo, si lascia che le emozioni ci attraversino, tutte, si dà loro una voce, se si riesce, e si restituiscono a chi legge. E si spera che sia una restituzione che fa bene, che dice una verità che ci permette di essere più attenti, sorvegliati verso la vita. Non nel senso della scrittura militante, certamente no, ma nel senso di una scrittura di verità. Che non risparmia nulla della vita ma che non ammicca al male, che lo nomina senza paura e, proprio grazie a questo, ci permette di pensare che la vita è comunque possibile. Tutto questo è l'ideale. Poi si fa quel che si riesce, con semplicità.

A quando il prossimo libro?


Fine 2012. Ancora con Einaudi.

Grazie di tutto e buon lavoro.
Paolo Ambrosini

LIBRO DELL'ANNO "LA VITA ACCANTO"

A conclusione di un anno di consigli e recensioni abbiamo scelto il libro di Mariapia Veladiano
“La vita accanto” come libro dell’anno.


E’ stata una scelta difficile perché anche gli altri libri avrebbero meritato, ma nel libro “La vita accanto” abbiamo ritrovato oltre alla bellezza della scrittura anche la forza di un tema, la critica alla società dell'apparenza,  sul quale è necessario per noi tutti fermarci a riflettere.

Vi invitiamo a leggerlo se ancora non l'avete fatto.

La vita accanto è stato nostro libro del mese di marzo; ha vinto il premio Calvino 2010 ed è stato finalista al premio Strega 2011.