mercoledì 3 giugno 2015

Libro del mese Maggio 2015 "Una vita intera"



Eggers accolse tutti questi cambiamenti con silenzioso stupore”: questo è, in poche essenziali lo stato d’animo con cui Andreas Egger sta nel mondo. Ed è anche quello che il lettore si trova a dover egli stesso adottare, non so se più costretto o sedotto dallo stile dell’autore. E con altrettante poche essenziali parole, si esaurisce la trama: “Una vita intera” è la storia della vita intera di Andreas Egger, che nasce nelle montagne austriache  forse il 15 agosto del 1898 (il borgomastro scrisse a memoria a posteriori), in ogni caso nei primi anni del Novecento; Andreas è più o meno un orfano,  tirato su da un uomo piuttosto violento e despota che gioca ad essere Dio tra le sue mucche e i quattro ortaggi,  poi cresce, va un  po’ a scuola, lavora come un dannato perché la fatica di nuovo non era una novità, incontra anche una donna che sposa, Marie, quindi tenta di metter su la sua famiglia come tutti e come a tutti molte cose non vanno come aveva pensato, finisce in guerra, poi nei campi di lavoro in Russia e quindi ritorna e si costruisce un’esistenza come può, in un mondo molto diverso da quello che aveva lasciato, con la tv e i turisti e il rumore, fa la guida alpina, nel frattempo invecchia e muore. Una vita come tante; anzi, in realtà, come tutte. Però attenzione, ché se Seethaler mette un aggettivo, allora non dobbiamo tralasciarlo: non è “Tutta una vita”, il titolo del romanzo, o “La vita di Egger” e nemmeno “Egger”; bensì “Una vita INTERA”: e intero è ciò che è compiuto, che non ha pezzi mancanti, che non è rotto, al contrario è INTEGRO. Non è un dettaglio, questo, : è la risposta all’atteggia-mento di Egger, alla sua capacità di accogliere la vita con quello che porta, perché di vita, Egger come anche noi, solo questa ha, che sta vivendo ora; e il mite Andreas come anche noi si becca le sue sfortune e le sue tragedie, le sofferenze e i suoi dolori, che direi matematicamente sono sempre più delle gioie e delle felicità e delle fortune , e nonostante tutto va avanti, cerca di farsi andare bene quello che succede. Ogni segno di perdita, di morte, di privazione, è inserita in un contesto di vita: al funerale si sente il pianto di un bambino, sopra la valanga che travolge mortalmente c’è un cielo stellato e una luna luminosa… Seethaler parla del piccolo eroe che ognuno di noi è, a combattere contro un destino che tanto l’ha vinta comunque. Il punto, però, è che non è la vittoria in sé quello che decreta la riuscita dell’impresa: la vita ha un movimento ondulatorio, racconta l’autore, con dei punti alti,  raggiunti spesso con fatica, ma da cui si precipita in un secondo, eppure l’assenza di sfortune non basta a renderci felici, anzi è la stessa infelicità che  si rivela necessaria per riconoscere la felicità. Capita spesso di trovare, in questo romanzo narrato da una voce esterna (ma che viene da dentro il cuore montanaro di Andreas) espressioni come “più avanti Egger non si sarebbe ricordato di….”, perché “Una vita intera” è un romanzo sulla vita che abbiamo già dietro di noi: lo sguardo è quello di un anziano, rivolto alle sue spalle, perché già sa cosa c’è davanti senza però poterlo comprendere mai. Cosa rimane di una vita? Cosa vediamo quando ci giriamo su noi stessi di 180 gradi? Pare che sia questa la domanda a cui Seethaler voglia dare risposta con questo romanzo… Solo che la riposta non c’è, come nelle migliori tradizioni: la domanda si ripete all’infinito e rimane all’infinito aperta, perché della vita rimane quello che ricordiamo, che è ogni volta diverso e quasi mai corrisponde a verità. E soprattutto, della vita rimane la vita “Una vita intera” è un po’ come una poesia: raccontarlo più di quanto abbia provato a fare sarebbe come farne la parafrasi, quindi ucciderlo e snaturarlo. No, va proprio letto, con lentezza; e anche riletto, perché tante volte ci si ferma – immersi in una scrittura che esige ma allo stesso tempo crea silenzio e spazio, cresce intorno a noi e ci isola da tutto il resto –, ci si deve fermare per chiudere le pagine, abbassare il capo, respirare piano e piangere. Ma non perché è triste, no; piuttosto, perché ci si stupisce che uno che non ci conosce abbia trovato la parola giusta, l’espressione unica e perfetta per esprimere quella sensazione che noi, solo noi, conosciamo così bene .

Robert Seethaler: Una vita intera ed. Neri Pozza € 14.00

Libro del mese Aprile 2015 "Il passato è una bestia feroce"

Il passato è una bestia feroce,  è un thriller ad alto tasso di suspense, ricco di sorprese e colpi di scena e Polidoro ha lavorato a lungo per rifinire ogni particolare e mantenere sempre alto il ritmo di una vicenda che pur situata nel presente ha radici in un passato di circa trent’anni prima, radici che, come suggerisce anche il titolo, possono portare a rischi e pericoli.  Più di trent’anni or sono Monica Ferreri, una bambina di 12 anni, scompariva nel nulla, in modo misterioso, senza preavviso e senza lasciare traccia. Un caso irrisolto che ormai hanno dimenticato tutti. O quasi. Bruno Jordan conosceva quella bambina, era più o meno suo coetaneo, amico “speciale”, e anche lui sembra aver dimenticato la scomparsa: ora ha altro da penare, è un quaran-tenne in perpetua crisi, perso fra fidanzate che lo lasciano e un lavoro da cronista che lo espone ad avvertimenti e minacce dei criminali oggetto delle sue inchieste. Ma il passato, appunto, torna a mordere e lo fa sotto forma di una lettera scritta da Monica proprio a lui, la sera prima di sparire, una lettera che viene ritrovata solo ora. Una lettera che risveglia inquietudini e sospetti e permette a Bruno di abbandonare per un po’ la vita milanese che, fra redazione e casa, sembra soffocarlo sempre di più. Con l’aiuto di un maresciallo giovane e capace, Costanza Piras, Bruno tornerà nei luoghi d’infanzia per cercare di indagare su quanto accaduto tanti anni fa. E scoprirà che il passato è forse più pericoloso del presente e che forse era meglio non risvegliare certi ricordi… Il thriller non è un genere prettamente italiano, risulta quindi inevitabile approcciarsi ad un libro di questo tipo con una buona dose di scetticismo; la mia si è dileguata come neve al sole, nel corso della lettura. Massimo Polidoro, nel suo esordio come scrittore di thriller, dimostra di sapere il fatto suo; riesce infatti a dare vita ad un intreccio perfetto, dietro il quale si nasconde sicuramente un'accurata preparazione.
L'inizio è piuttosto tranquillo, scorrevole ma senza grandi svolte. Solo proseguendo nella lettura si comprende come l’autore stia in realtà disseminando indizi con maestria e gradualità, centellinando con sapienza i colpi di scena. Dalla metà in poi il ritmo si fa serrato, è quasi impossibile interrompere la lettura senza rimanere mentalmente soggiogati alla storia e ai suoi possibili sviluppi. La storia è fatta di tanti piccoli dettagli e sfumature curate, i personaggi sono psicologicamente reali, comuni ma non banali, definiti e tridimensionali. Bruno Jordan è un protagonista carismatico, in superficie un po' arrogante, in realtà profondamente umano. La sua inchiesta lo esporrà a molti pericoli, ma lui deciderà di non arrendersi, considerando la ricerca della verità come un debito verso quella ragazzina a cui era affezionato e di cui tutti sembrano essersi dimenticati. Si accorgerà ben presto che dissotterrare una vicenda ormai sepolta sarà come aprire un vaso di Pandora.
L'attenzione del lettore si sposterà, di volta in volta, da un possibile colpevole all'altro e l’autore è bravissimo a deviare i sospetti e a creare "falsi bersagli". L'ambientazione si rivelerà una dimensione perfetta per questo tipo di storia e la provincia lombarda prenderà vita sotto i nostri occhi. Così come lucidi e reali sono i ricordi di un'infanzia vissuta negli anni ottanta, quando ogni bambino desiderava una Saltafoss, l'estate si trascorreva all'aperto e la musica proveniente dai walkman accompagnava i pomeriggi afosi. Appare chiaro come l'autore si muova tra luoghi e tempi che conosce a menadito. L'epilogo mi ha letteralmente sconvolto, non mi sarei mai aspettato un finale di questo tipo e speriamo che l’autore non ci faccia attendere troppo per un suo nuovo libro.  A questo punto vi sarà chiaro: se amate il genere o desiderate cimentarvi in una lettura avvincente, non lasciatevi sfuggire Il passato è una bestia feroce
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Massimo Polidoro: Il passato è una bestia feroce ed. Piemme € 17.90